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Supply chain management nel mondo moda in 4 punti

20 novembre 2019

Viviamo in un mondo che attraversa una fase complessa di cambiamento, una vera rivoluzione che si fa sentire anche nel campo della moda e dell’abbigliamento, dove i trend e le novità arrivano per prime e addirittura vengono anticipate dagli stessi brand e dai consumatori più trendy, sempre più attivi attraverso i social. Investire nel fashion è dunque sempre più difficile, ed è qui che gioca un ruolo chiave il supply chain management. 

 

Gli imperativi del 2019 

L’indagine BoF-McKinsey “State of Fashion” realizzata attraverso interviste a dirigenti di questo settore è molto indicativa: la parola che più di frequente viene in mente ai professionisti (nel 34% dei rispondenti) è “cambiamento”, e le due successive sono “digitale” e “veloce”. Una sensazione ritrovata interamente anche nei consumatori, che con richieste sempre nuove e sfidanti impongono alle aziende il cambiamento. Se poi si aggiunge una previsione di rallentamento del mercato per i dati relativi al 2019, secondo il McKinsey Global Fashion Index si passerebbe da una crescita del 4-5% nel 2018 a una del 3,5% nel 2019, con gli strumenti social e online capaci di portare alla ribalta anche operatori nuovi e con pochi mezzi economici, è evidente che nessuna azienda può permettersi di affrontare il mercato senza avere tutti i “fondamentali” del business in ottima condizione di performare. La supply chain è uno di questi, poiché è cruciale rispondere alle richieste dei consumatori ed essere presenti rapidamente sul mercato. 

 

Vediamo quindi il processo di produzione di un nuovo capo moda illustrato in 4 punti: 

1. La produzione 

Che si tratti di capi realizzati da un brand, per conto di un brand o per conto di un retailer che vende capi con il proprio marchio, la produzione è soggetta alle richieste dei consumatori in un mercato sempre più veloce. La domanda è soggetta ai capricci della moda, alle scelte degli influencer online: prevederla non è sempliceLa produzione è quindi un processo aziendale in itinere che può essere soggetta a cambiamenti di direzione durante il percorso. Inoltre, le nuove sfide della circular economy pongono la questione del re-manufacturing per i capi usati da reinserire nel circuito di vendita: un tema molto attuale, vista la crescente attenzione sulla sostenibilità.  

Sono molte le domande a cui bisogna saper rispondere: quanto produrre? In quanto tempo? Quando spedire? A quale prezzo? Quanto dare in outsourcing? 

 

2. Il Design 

Il design della collezione è un aspetto essenziale del successo del prodotto ed è in relazione stretta con il tempo necessario per produrre i capi. Non a caso il successo del fast fashion si basa, appunto, sulla capacità di portare rapidamente al mercato abiti di tendenzaLa richiesta del mercato, e dunque dei retailer, va verso la destagionalizzazione con capi nuovi che devono arrivare in negozio almeno due volte al mese, per convincere i consumatori a preferire il negozio fisico rispetto a quello online. È importante quindi riuscire a capire quanto la propria azienda sia flessibile, in quanto tempo riesca ad avviare una nuova collezione senza tralasciare l’importanza di valorizzare il lato green dell’azienda. 

 

3. La scelta del canale 

Una volta realizzata la collezione, attraverso quale canale arriverà ai consumatori? La risposta più scontata sarebbe attraverso tutti i canali, sia quello fisico che l’online, e anche attraverso tutte le possibili varianti che possono nascere mescolando le due opzioniclick&collectshowrooming nel fisico e acquisto online, acquisto nel fisico e consegna a casa. I modelli di business sono ugualmente illimitati e spesso ancora da esplorare, visto che la disruption nel settore del fashion arriva spesso proprio in questa fase della supply chain. Formule di vendita, prezzi e servizi connessi cambiano di conseguenza, e per la gestione della supply chain l’impatto è significativo: basti pensare al tema delle tempistiche di consegna o alle formule automatizzate che per esempio prevedono la consegna presso un box ubicato in una sede specifica, diversa dal domicilio, a cui il cliente accede attraverso un codice personale. La scelta del canale impatta anche sulle quantità di merce da spedire: l’online ha permesso lo sviluppo di logiche di consegna (e dunque anche di produzione) on demand, mentre solo pochi anni fa il trend era proprio quello opposto. 

La domanda che resta da porsi è una: come sarà il business di domani e cosa occorre fare per non rimanere indietro? 

 

4. La spedizione 

La programmazione della spedizione della merce è un elemento cruciale dell’equazione del management della supply chain. I software di previsione della domanda allineati alla effettiva capacità produttiva dell’azienda, partner terzisti inclusi, aiutano a definire come muoversi. La volatilità del mercato e gli imprevisti sono sempre presenti. Nuove e vecchie domande riecheggiano nella testa dei produttori: con quale frequenza spedire? Quali quantità? Velocità e risparmio si conciliano con la sostenibilità ambientale? 

 

Ciascuna di queste quattro operazioni richiede una conoscenza dettagliata di ciò che avviene in fabbrica, in tempo reale. Sono necessari dunque strumenti gestionali adeguati, in un’ottica di Lead 4.0. 

Industria Moda Mes

Topics: Supply Chain Management