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Controllo qualità nell'abbigliamento per eccellere nel fashion

18 dicembre 2019

Il tema della qualità è tornato alla ribalta dopo anni di corsa al prezzo anche nel fashion: cosa è successo? Si comincia finalmente a parlare di sostenibilità, etica, riciclabilità anche per gli abiti e gli accessori. I consumatori hanno acquisito consapevolezza e sempre più chiedono ai brand e al negozio (reale o virtuale) presso il quale acquistano una serie di garanzie collegate alla produzione e al ciclo di vita degli abiti. E il controllo qualità nell'abbigliamento cosa c’entra? È fondamentale. 

 

Qualità e sostenibilità

Non è sostenibile investire sulla produzione di capi che durano pochi mesi e poi si gettano, senza speranza di venire recuperati in un mercato dell’usato. E i consumatori sono disposti a spendere ma solo se trovano trasparenza e valore, il 66%, secondo il rapporto The State of Fashion 2019 realizzato da BoF (The Business of Fashion) e McKinsey&Co., è disponibile a spendere di più per acquistare prodotti sostenibili, il 42% dei Millennials e il 37% della generazione Z dichiara di non acquistare se non dopo essersi informati su materie prime e metodologie di produzione di ciò che comprano. 

 

Le tante variabili per la qualità

Naturalmente la sostenibilità non è l’unico aspetto che si riflette sulla qualità di un capo; per esempio, uno dei crucci più rilevanti di chi produce moda sono le taglie e la vestibilità, e non a caso proprio in questi anni si sono affacciate, complice l’eCommerce, nuove denominazioni per definire in maniera ancora più precisa come un capo risulterà una volta indossato. Large medium e small? E poi short, petit, curvy... oltre la taglia, c’è la silhouette. I produttori sempre più dovranno cimentarsi con questi dettagli, possibilmente senza rallentare o appesantire il processo di produzione, dunque producendo subito bene, o almeno traendo informazioni utili dagli errori, in modo da migliorare immediatamente i processi e la qualità del prodotto finito. La qualità è dunque un tema complesso che coinvolge numerosi elementi, dai tessuti ai filati al disegno della collezione, e molte variabili, legate alle fasi di produzione, all’affidabilità dei fornitori, le cuciture, coloranti e tinture, taglio, assemblaggio e inserimenti di accessori come bottoni o cerniere. 

 

Le tre fasi e i rischi connessi

Convenzionalmente si distinguono tre fasi nel controllo qualità:

  1. Le materie prime, quindi i tessuti e gli accessori
  2. Il processo di produzione
  3. Il prodotto finito

Impegnarsi per un controllo completo in tutte le tre fasi è di importanza cruciale per chi produce. Le conseguenze negative infatti sono molto gravi: se il controllo qualità interviene solo nella fase finale del processo, non si potrà rimediare se non buttando il capo fallato o facendolo diventare di seconda scelta, dunque perdendo valore, perché magari il tessuto è macchiato, la silhouette non è rispettata, ci sono errori di costruzione o nelle misure. Il prodotto può essere rifiutato dal committente, oppure le spese cresceranno per dotarsi di un controllo qualità esterno; il brand, o la reputazione del produttore, ne risentiranno, e anche il commitment dei lavoratori poiché saranno i primi accusati delle imperfezioni; ancora più grave, i capi potrebbero essere ritirati dal mercato oppure le tempistiche di produzione aumenteranno mettendo in crisi il contratto. Il costo dell'errore, anche quando viene intercettato, è comunque elevato perché la riparazione costa tanto in termini di ritardi sul lead time, personale e materiali. Se aggiungiamo le responsabilità supplementari che ha l’azienda quando si avvale di terzisti, si capisce bene quanto il tema sia complesso da gestire. Il suo impatto si fa sentire a livello di design del prodotto, che sia capo o accessorio; di approccio allo stile e quindi di vestibilità e dettagli moda, come i colori; del brand, che deve garantire determinati standard, anzi sarebbe meglio se fosse in grado di alzare sempre l’asticella della qualità, se non vuole deludere i clienti; e infine ha un impatto sul mercato perché influenza negativamente le vendite e indispone anche gli acquisti futuri dei clienti.

Il controllo qualità è dunque uno degli aspetti più delicati della produzione e, se trascurato, può diventare un rischio per il futuro dell’azienda e del personale che questa impiega, oltre che per la reputazione e le vendite del brand per conto del quale si sta producendo.

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Topics: Fashion Industry