“Il Piano Industria 4.0 varato dal Governo Renzi incentiva gli investimenti digitali: approfittiamone per crescere (l’alternativa è uscire dal mercato)."
Questi sono il titolo e il sottotitolo, direi piuttosto evocativi, di un articolo molto interessante che ho letto l’altro giorno sulla rivista Economy (numero di maggio, pag. 44) riguardo al piano di sviluppo di Fabbrica 4.0 in Italia. Il succo è molto semplice: digitalizzare la produzione industriale è imperativo e non farlo sarebbe una Caporetto senza ritorno. Il Governo ha messo in piedi numerose soluzioni per incentivare e facilitare questi investimenti e, se non si vuole uscire dal mercato, digitalizzare con questi incentivi è la strada da seguire.
Articolo senz'altro forte, ma che condivido completamente. Super Ammortamenti, Iper Ammortamenti, fondi diretti, incentivi, tassazione agevolata, crediti bancari sono solo alcuni degli strumenti che avete a disposizione per portare adesso la vostra azienda ad essere competitiva su tutti i mercati ed espandervi. Non sfruttarli è un crimine, che fate verso voi stessi però. Non commento oltre e mi limito solo a riportare l’articolo.
“Con il Piano Industria 4.0 la Quarta Rivoluzione Industriale si affaccia finalmente anche in Italia. Macchine intelligenti e componenti industriali si interconnettono tra loro e con la Rete secondo i meccanismi dell'Internet of Things, l’Internet delle cose, scambiando informazioni la cui corretta interpretazione permette maggiore flessibilità, velocità, produttività ed efficienza. Una svolta tagliata su misura per le nostre PMI (ma non solo), con cui si schiude la possibilità di crescere in modo esponenziale in tempi brevi, anche costruendo partnership con mercati lontani.“
“Il Piano Industria 4.0 ha solidi argomenti per convincere le imprese ad investire, come dimostrano le due misure cardine: il Super Ammortamento che prevede l’incremento del 40% del costo fiscale di beni materiali nuovi (ammortamento al 140%), e soprattutto l’Iper Ammortamento, che consente di incrementare del 150% il costo deducibile di tutti i beni strumentali acquistati per trasformare l’impresa in chiave tecnologica e digitale 4.0 (Ammortamento al 250%). Due numeri: il costo netto di un investimento da un milione di euro, che è pari a 760mila € nel caso di ammortamento ordinario, scende a 664mila euro con il Super Ammortamento, e a 400mila € con l’Iper Ammortamento. Incentivi importanti, cui si aggiungono il credito all’innovazione della Nuova Sabatini dal 2.75 al 3,75% e il credito d’imposta al 50% per la Ricerca e Sviluppo, cumulabili tra loro e con Super e Iper ammortamento, e altre misure quali la Patent Box con la tassazione agevolata sui redditi da proprietà intellettuale, e le detrazioni discali fino al 30% per gli investimenti in capitali di rischio.“
“La forza d’urto del piano sta convincendo molte imprese a rompere gli indugi, come spiega lo stesso ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda nell’intervista a Economy: lo indica l’aumento del 22,2% degli ordini di macchinari nel primo trimestre 2017, oltre all’impennata delle domande per la Nuova Sabatini e alla rilevazione secondo la quale l’Iper Ammortamento ha un ruolo centrale per circa un terzo delle imprese che prevedono di aumentare gli investimenti nel 2017 in ambito digitale. Con i chiarimenti contenuti nella circolare del MISE e dell’Agenzia delle Entrate, pubblicata con qualche ritardo a fine marzo, il Piano Industria 4.0 è pienamente operativo. La circolare ha chiarito alcuni dubbi residui, precisando per esempio che per beneficiare dell’Iper Ammortamento i beni, facenti parte dei settori meccatronica, robotica, big data, sicurezza informatica, nanotecnologie, materiali intelligenti, stampa 3D e internet, devono essere acquistati nel corso del 2017, mentre quelli consegnati nel 2016 possono accedere sono al super ammortamento (Leggi qui per un approfondimento sull’argomento). Per accedere all’Iper Ammortamento il bene, oltre ad essere entrato in funzione, dovrà essere interconnesso al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura; l’interconnessione dovrà essere auto certificata oppure, per i beni di costo superiore a 500mila euro, certificata da una perizia esterna.
Sia i beni Super Ammortizzabili, sia quelli Iper Ammortizzabili devono essere acquistati entro il 31 dicembre 2017, oppure entro il 30 giugno 2018 a condizione che entro il 2017 l’ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di un acconto pari ad almeno il 20%.”
Il piano è semplice da intendere e facilmente applicabile. Ma l’acquisizione di un software per il controllo e la gestione della produzione, o di un nuovo macchinario, rappresenta solo il punto di partenza. L’Azienda che vuole sfruttare gli incentivi per investire nel digitale deve prima sapere cosa vuole fare, dove vuole arrivare e quali costi deve sostenere per portare a termine il progetto. Non parliamo di una sciocchezza, qui si tratta di riorganizzare tutto il processo produttivo in base ai dati resi disponibili da software MES 4.0 e macchinari, di saperli leggere e interpretare e quindi di agire di conseguenza. Il problema insomma non riguarda il Piano in sé, ma il fatto che sulla digitalizzazione della fabbrica le nostre PMI, rispetto alle grandi imprese, sono ancora qualche passo indietro. Questo scotto però va pagato: per colmare il gap si deve investire in digitale e formazione.
Quali sono gli step da compiere quindi?
Sono 4 e li conoscete già:
Credi che l’investimento sia troppo oneroso e che la 4.0 rimanga un sogno?
FORSE NON LO SAI MA..
Da Intesa San Paolo stanno arrivando 90miliardi alle PMI. Si chiama Progettare il futuro l’accordo triennale tra Confindustria Piccola Industria e Intesa Sanpaolo, dedicato alla competitività e alla trasformazione delle imprese per cogliere le opportunità offerte dalla Quarta Rivoluzione Industriale. 90 miliardi di euro per acquistare macchinari, software per la gestione lean della produzione, formare i tuoi dipendenti o i tuoi manager, ricerca e sviluppo.
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